Ho già parlato in passato di quanto sia complicato comunicare un prodotto verniciante.

Da una parte perché le normative (giustamente) impediscono l’utilizzo di determinati termini. Ad esempio, per quanto riguarda l’edilizia non possiamo utilizzare termini come profumo, ecologico e antimuffa. Questi termini, nonostante molti li utilizzino ancora, sono una semplificazione estrema della realtà e inducono il cliente a pensare che il prodotto verniciante, che rimane un prodotto chimico, abbia delle caratteristiche che in realtà non ha.

Dall’altra parte esiste un problema di natura tecnologica, perché la vernice non è un cappello. Ne parlavo settimana scorsa con un collega, responsabile tecnico per la validazione dei nuovi prodotti Refinish. Ha una grande responsabilità: testa i nuovi prodotti e, fondamentalmente, è quello che decide se funzionano o meno. Tanti anni di esperienza e competenza, grande passione, non approverebbe mai un prodotto che non funziona adeguatamente.

Sportivo e appassionato di montagna, indossa spesso un cappello con colori sgargianti (vedi foto). Così io, in mezzo alla discussione, afferro il suo cappello e gli dico:

”Se tu mi dici che questo cappello è impermeabile, io lo comunicherò al mondo. Se poi il cliente si bagna la testa, di chi è la colpa? Tua o mia?”

Lui mi guarda e dice semplicemente:

“La vernice non è un cappello”.

Riflessione: ogni anno, nel mondo Refinish, ci sono carrozzerie Lechler che passano alla concorrenza e carrozzerie della concorrenza che passano alla Lechler.

Possiamo di certo vantarci che il numero delle nostre carrozzerie è in continuo aumento, ma c’è sempre qualcuno che per qualche ragione non è soddisfatto. Eppure diamo a tutti gli stessi servizi e gli stessi prodotti. Prodotti (e soprattutto processi) che richiedono tempo. Il tempo (che include la formazione e l’analisi delle schede tecniche) serve a capire come si comporta il prodotto in differenti contesti applicativi. Temperatura esterna, umidità, attrezzature sono solo alcune delle variabili.

Poi ovviamente ci sono la mano e la sensibilità dell’applicatore e su questo accorre in mio aiuto un’altra attività che si pratica in montagna e che ci ha dato pure qualche soddisfazione alle olimpiadi invernali di Pyeongchang appena concluse: lo sci alpino.

Ci sono sul mercato molte marche e modelli di sci da competizione di altissimo livello (PREMIUM) che necessitano grande professionalità e competenza “tecnica” (che si raggiungono grazie all’allenamento) per saperli usare e sfruttare al meglio. Eppure ogni sciatore, per sua impostazione di sciata e per caratteristiche fisiche, si adatta meglio ad una marca/modello piuttosto che ad un’altra e conseguentemente sceglie e cambia per provare a migliorarsi, sempre facendosi consigliare da professionisti del settore (in questo caso maestri e istruttori).

Lo stesso succede anche nel mondo della carrozzeria, dove il carrozziere, per sua impostazione di applicazione e per caratteristiche impiantistiche, seleziona i prodotti/processi (PREMIUM) con cui si trova meglio.

Tirando le somme, la vernice non è un cappello, è più simile ad un paio di sci da competizione: se non li sai usare bene puoi farti molto male.